Il sole della musica italiana si è oscurato con la scomparsa di Celso Valli, avvenuta il 27 luglio 2025 nella sua Bologna dopo una battaglia contro un tumore al cervello. Bologna perde uno dei suoi figli più illustri: il compositore, arrangiatore e produttore si è spento all’età di 75 anni, lasciando un’eredità musicale che ha attraversato decenni e generi, dalle discoteche degli anni ’80 alle hit pop degli anni ’90 e 2000. Ma il suo lascito artistico continua a brillare attraverso le melodie che hanno accompagnato la vita di milioni di italiani, dai ritmi pulsanti dell’italodisco alle ballate pop che hanno definito un’epoca.
Nato il 14 maggio 1950, Valli ha iniziato la sua carriera musicale come tastierista nei gruppi rock progressivi Ping Pong e Bulldog, ma è stato con l’avvento dell’italodisco che ha trovato la sua dimensione di creatore di hit destinate alle piste da ballo. I suoi progetti pionieristici – Azoto con “San Salvador”, Tantra e “Hills of Katmandu”, Passengers con “He’s Speedy Gonzales” – hanno definito il sound di un’intera generazione che si scatenava nelle discoteche italiane degli anni ’80. Quella musica elettronica, sintetica ma incredibilmente coinvolgente, portava la firma di un compositore che aveva capito prima di altri come far muovere i corpi al ritmo delle nuove tecnologie musicali. Valli non si limitava a seguire le mode: le creava, anticipando di anni quello che sarebbe diventato il linguaggio universale della dance music.
Ma se l’italodisco aveva fatto conoscere Celso Valli nelle discoteche, furono gli anni ’90 a consacrarlo come uno dei produttori più influenti del panorama musicale italiano. Il passaggio dalla dance pura al pop dance rappresentò una svolta epocale, non solo per la sua carriera, ma per l’intera industria discografica nazionale. Le sue produzioni di quegli anni diventarono colonne sonore di un decennio: “Self Control” di Raf nel 1984 aveva già anticipato questa evoluzione, ma furono “Ti sento” dei Matia Bazar (1985) e soprattutto le collaborazioni con Eros Ramazzotti a definire un nuovo standard qualitativo. Brani come “Adesso tu”, “Una storia importante”, “Musica è” e “Se bastasse una canzone” non erano semplici canzoni pop: erano manifesti di un’epoca che vedeva la musica italiana conquistare i mercati europei. Quello che rendeva unico Celso Valli era la sua capacità di far ballare mantenendo al contempo una qualità compositiva ed arrangiativa di altissimo livello. Le sue produzioni non erano mai banali: ogni suono era pensato, ogni arrangiamento curato nei minimi dettagli. Dai sintetizzatori dell’italodisco alle orchestre che dirigeva negli anni 2000, Valli ha sempre saputo coniugare la ricerca artistica con l’immediata presa sul pubblico.
La sua collaborazione con Vasco Rossi rappresenta forse l’esempio più lampante di questa filosofia: brani come “Senza parole”, “Sally” e “Un senso” mantengono la potenza rock del Blasco ma acquisiscono una dimensione sonora più ricca e sofisticata grazie al tocco di Valli. Anche le ballate più intime, come quelle prodotte per Laura Pausini o Andrea Bocelli, conservano sempre una pulsazione ritmica che invita al movimento. Negli ultimi anni della sua carriera, Valli aveva continuato a sperimentare, fondando la CelsoValliEnsembleOrchestra e lavorando con artisti giovani come Il Volo, dimostrando che la sua capacità di intercettare i gusti del pubblico rimaneva intatta. Il suo ultimo album solista, “Sette canzoni al piano” del 2022, aveva mostrato un lato più intimo e riflessivo, ma sempre con quell’attenzione al groove che aveva caratterizzato tutta la sua produzione.
La scomparsa di Celso Valli lascia un vuoto incolmabile nel panorama musicale italiano. Le sue composizioni continueranno a far ballare le generazioni future, testimoniando il talento di un uomo che ha saputo trasformare la musica in pura emozione fisica. Dalle discoteche degli anni ’80 alle radio di oggi, il sole di Celso Valli continuerà a splendere ogni volta che qualcuno si muoverà al ritmo delle sue immortali creazioni. Bologna, e l’Italia intera, salutano così uno dei più grandi artefici della colonna sonora del nostro Paese: maestro Celso Valli, grazie per averci fatto ballare.
